Unicredit e la crisi italiana
Ieri Unicredit ha dichiarato perdite per oltre 10 miliardi di € nell'ultimo trimestre. Se dovessimo tradurre in Lire verremmo colti da svenimento.
Che questa banca sia in profondo rosso
e' un fatto della vita ed e' anche conseguenza della situazione economica e finanaziaria che il mondo sta attraversando. Quindi, risultato terribile ma pazienza.
Cio' che per me non e' accettabile e' la tracotanza, l'arroganza e l'ignoranza di tutti coloro - politici e non - che fino a pochissime settimane orsono dall'alto dei loro pulpiti dichiaravano con superbia la solidita', la robustezza e la redditivita' del nostro sistema bancario: "l'Italia e' certamente il paese con il piu' solido sistema bancario" recitavano pedissequamente, "l'Italia infatti - a differenza degli altri paesi, in particolare gli anglo-sassoni - ha saputo resistere alla nuova finanza".
Quando impareremo a non dichiararci sempre i primi della classe pensando cosi' di essere i piu' furbi?
E questo risultato, e' certamente non il solo e non l'ultimo.
Risultato peraltro ottenuto a dispetto degli altissimi costi che il sistema bancario italiano fa pagare ai comuni clienti. Altissimi costi gia' condannati dalla UE e resi possibili da una compiacente Banca d'Italia e dalle altre autorita' di controllo.
Vorrei che almeno uno dei vari "tromboni" tornasse sulle proprie dichiarazioni e ammettesse di aver detto il falso e ci dicesse esattamente quale e' il vero stato del nostro sistema bancario. Ma e' chiedere troppo!
Vorrei che le banche facessero semplicemente il proprio lavoro, si prendessero i rischi insiti nell'attivita' bancaria assumendosene la piena responsabilita e non facessero i loro bilanci solo con esose spese e commissioni a carico del malcapitato cliente.
Ci riusciremo mai?
Il giorno che uno dei "tromboni" ammettera' di aver dichiarato il falso sara' il giorno in cui la sabbia del deserto si trasforma in mare.
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