martedì 15 novembre 2011

Unicredit e la crisi italiana

Unicredit e la crisi italiana

Ieri Unicredit ha dichiarato perdite per oltre 10 miliardi di € nell'ultimo trimestre. Se dovessimo tradurre in Lire verremmo colti da svenimento.

Che questa banca sia in profondo rosso
e' un fatto della vita ed e' anche conseguenza della situazione economica e finanaziaria che il mondo sta attraversando. Quindi, risultato terribile ma pazienza.

Cio' che per me non e' accettabile e' la tracotanza, l'arroganza e l'ignoranza di tutti coloro - politici e non - che fino a pochissime settimane orsono dall'alto dei loro pulpiti dichiaravano con superbia la solidita', la robustezza e la redditivita' del nostro sistema bancario: "l'Italia e' certamente il paese con il piu' solido sistema bancario" recitavano pedissequamente, "l'Italia infatti - a differenza degli altri paesi, in particolare gli anglo-sassoni -  ha saputo resistere alla nuova finanza".

Quando impareremo a non dichiararci sempre i primi della classe pensando cosi' di essere i piu' furbi?

E questo risultato, e' certamente non il solo e non l'ultimo.
Risultato peraltro ottenuto a dispetto degli altissimi costi che il sistema bancario italiano fa pagare ai comuni clienti. Altissimi costi gia' condannati dalla UE e resi possibili da una compiacente Banca d'Italia  e dalle altre autorita' di controllo.

Vorrei che almeno uno dei vari "tromboni" tornasse sulle proprie dichiarazioni e ammettesse di aver detto il falso e ci dicesse esattamente quale e' il vero stato del nostro sistema bancario. Ma e' chiedere troppo!

Vorrei che le banche facessero semplicemente il proprio lavoro, si prendessero i rischi insiti nell'attivita' bancaria assumendosene la piena responsabilita e non facessero i loro bilanci solo con esose spese e commissioni a carico del malcapitato cliente.

Ci riusciremo mai?

1 commento:

  1. Il giorno che uno dei "tromboni" ammettera' di aver dichiarato il falso sara' il giorno in cui la sabbia del deserto si trasforma in mare.

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