E’ appena uscito l’ultimo rapporto di Transparency
International.
Questa e’ un’organizzazione non governativa, no profit,
leader
nel mondo per la sua azione di contrasto alla corruzione e di promozione
dell’etica. È presente in oltre 90 nazioni ed annualmente pubblica un rapporto
che misura la percezione
Nel suo rapporto 2011 l’Italia si classifica al 69esimo posto, quartultima nell’ Europa allargata
e prima solamente di Romania ,
Grecia e Bulgaria .
Siamo ben peggio di Ruanda, Puerto Rico ,
Barbados , Cile , Uruguay
etc. , pero’ in compenso non abbiamo perso ulteriori posizioni
rispetto al rapporto 2010. Bella consolazione.
D’altronde c’e da meravigliarsi? Solamente oggi i giornali
sono pieni di storie di corruzione: Don Verze’ - Finmeccanica/Guarguaglini e moglie - Nove milioni di euro raccolti a favore dei
terremotati di Haiti
intascati da due organizzatori. - Due
deputati del
parlamento regionale siciliano piu’ altri amici accusati per fidejussioni false
etc. etc.
Per non soffermarsi su tutte le vicende di Berlusconi
inseguito da vari tribunali.
E queste storie di ordinaria corruzione sono semplicemente la
punta dell’iceberg. Infatti godono della notorieta’ della cronaca. Immaginarsi
quanti milioni di casi che non approdano agli onori della cronaca si verificano
giornalmente nel nostro Paese!
Purtroppo e’ un costume, un modo di vita, un’abitudine con
radici profonde nell’intera Italia. Un male che e’ andato peggiorando a macchia
d’olio raggiungendo il livello attuale sotto il governo Berlusconi. Ricordiamo che
il sig. Tremonti, per fortuna oggi ex-ministro, dichiaro’ con quel suo modo sprezzante
che il rapporto di Transparency International non fa fede in quanto tale
organizzazione e’ pervasa da comunisti e si basa su fonti non rappresentative!
Non sto qui ad elencare le fonti ma si tratta di soggetti certamente indiscutibili.
Non che i precedenti governi nonche’ le altre componenti
politiche si siano distinte per la lotta alla corruzione o per l’affermazione
di principi etici. Tutt’altro. Per trovare una certa etica bisogna risalire nietemeno che ai
padri della Patria.
Ed allora? Allora credo fermamente che stia a noi cittadini
cercare di arginare tale marciume che sta facendo precipitare il Paese in un
baratro senza ritorno.
Come?
Semplicemente agendo da persone oneste nella nostra
ordinaria vita giornaliera, facendo il proprio dovere al nostro posto di lavoro
–qualunque esso sia -, pagando le tasse, emettendo le ricevute se del caso,
votando per politici che abbiano quantomeno una fedina penale pulita, non
prostituendosi per un centesimo o per un miliardo di euro o per un posto di
lavoro, denunciando pubblicamente qualsiasi malaffare a qualsiasi livello. Facile,
no?
Ma vogliamo cambiare veramente oppure ci piace gridare allo
scandalo solo quando noi non si puo’ approfittarne personalmente?.
Abbiamo la dirittura morale ed il coraggio di opporci
giornalmente a questa dilagante melma?
Ho i miei dubbi ma sinceramente mi auguro di si.
Altrimenti per il nostro Paese e
conseguentemente per i nostri figli non c’e’ via di scampo. Ci riusciremo?
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