lunedì 12 dicembre 2011

Sciopero Generale - Siamo alle solite

Oggi  sciopero generale dichiarato unitariamente dai sindacati italiani.

Ma non sarebbe forse meglio per il Paese e per i lavoratori tutti, andare a lavorare cercando di massimizzare
la produzione di beni e servizi la cui crescita e' l'unica soluzione alla pesante crisi in corso?

Evidentemente i nostri alti dirigenti sindacali non hanno ancora capito la gravita' della situazione nella quale ci siamo cacciati. E cio', devo dire grazie anche alla loro complicita', perche nel corso degli ultimi 60 anni  non hanno fatto altro che appesantire un mercato del lavoro che gia' partiva su basi incerte.
Hanno inoltre cavalcato per anni la tigre del benessere obbligatorio per tutti, lavoratori e cialtroni.

Non sarebbe stato meglio in tutti questi anni cercare di lavorare con i datori di lavoro per far crescere il nostro Paese sia industrialmente che socialmente anzicche' porsi sempre in una cieca dialettica di confronto che andava e va affrontata brandendo un'ascia?
A tal proposito cito alcune brevi frasi riportate dalla stampa italiana a proposito dell sciopero odierno:
Camusso: "Impegno generico e questo sciopero non sara' l'ultimo!"
Bonanni: "Senza concertazione, percorso di guerra!"
Angeletti: "Insoddisfatti!"

Con lo sciopero odierno cosa sperano di ottenere? Data la gravita' del disastro incombente credo nulla. Pero' e' certamente conveniente per le loro poltrone e per tentare di dimostrare, a scapito del Paese, quanto siano ancora forti.

Non sarebbe stato meglio cercare  in tutti i modi, unitariamente e con le forze produttive del Paese - siano esse private o pubbliche, di beni o di servizi - un modo per incrementare la nostra bassissima produttivita' rinunciando magari a qualche beneficio marginale - e piu' che altro politico - ma negoziando condizioni future ben migliori economicamente una volta che la crisi che ci attanaglia si spera sia passata?

Tale comportamento sarebbe sicuramente piu' adulto e piu' costruttivo, permettendo di far collaborare tutte le forze produttive verso il bene comune del Paese. Ma considerata la storia dei nostri sindacati sembrerebbe che tale obiettivo comune non li interessi particolarmente.

Immaginate il costo che lo sciopero odierno comportera' per il Paese e per tutti noi. Con quale risultato? Nessuno di alcun rilievo perche' NON ABBIAMO PIU' RISORSE DISPONIBILI!

Certo! stasera sentiremo il solito balletto di cifre sul numero di aderenti allo sciopero. Vedremo le solite immgini con le bandiere rosse sventolanti. I soliti stanchi e vuoti slogans. Le solite batterie stonate.
I tempi sono cambiati ma sembrerebbe che i nostri sindacati non se ne siano accorti.

Perche' in questa disperata fase economica non si concentrano sulle condizioni fisiche e morali dei lavoratori, o dei disoccupati o dei cassintegrati, peraltro senza distinzione di colore politico?; cosa che non hanno mai fatto perche' cio' non paga politicamente.
Perche', nonostante abbiano una rete capillare di sindacalisti in tutte le realta' lavorative, il cui compito principale dovrebbe essere quello della tutela fisica del lavoratore continuiamo impotenti ad assistere alle morti giornaliere sul lavoro senza che mai un solo sindacalista sia stato ritenuto responsabile per esser venuto meno agli obblighi di vigilanza sulle norme di sicurezza in azienda?
Perche' non illustrano ai lavoratori il baratro verso cui il Paese corre?
Perche' continuano ad illuderli ancora con sogni irreali di condizioni economiche e pensionistiche non piu' attuabili?
Perche continuano ad organizzare gli scioperi sempre di lunedi' o di venerdi?

Ricordiamo le immagini che giungevano ed ancora giungono dalla Grecia: quante volte abbiamo sentito vari commentatori - e commentato noi stessi - sull'inutilita', o meglio sul danno aggiuntivo che le manifestazioni sindacali stavano arrecando ad un Paese gia' quasi fallito. Vogliamo forse ritrovarci in quelle immagini?

Ed allora per una volta stringiamoci la gia' stretta cinghia, serriamo i denti ed andiamo avanti sperando di cosi' contribuire ad una svolta del nostro Paese a beneficio dei nostri figli, dei  nostri nipoti.

Manifestiamo invece per abbattere la tremenda evasione fiscale, la dilagante corruzione, la caduta verticale dei capisaldi dell'etica. Non eleggiamo piu' i politici che abbiano anche solo qualche ombra sul loro nome.
Battiamoci per dimezzare il numero dei politici, per eliminare le auto blu, per ridurre il numero spropositato di sigle sindacali, e cosi via.

Ovviamente per far cio' abbiamo bisogno di crescere socialmente e civicamente. Di abbandonare la comunissima attitudine di guardare solo a minuscoli benefici di oggi rinunciando domani a condizioni migliori per tutta la societa' in cui viviamo. Non possiamo manifestare contro la corruzione se poi giornalmente ne siamo attori anche noi: non pagando le tasse, non facendo il proprio dovere a qualunque livello, accettando stupidi e miseri compromessi sia sul lavoro che nella vita sociale.

Abbiamo bisogno di fare un salto di qualita' a livello Paese. Ci riusciremo mai?

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